martedì 17 aprile 2012

Cinque minuti di dramma al parco


 


 Oggi ho fatto da baby-sitter a mio nipote di 11 mesi, e come ogni baby-sitter mattutina che si rispetti, l'ho portato al parco. Ingenuamente, pensavo di passare una tranquilla oretta a giocare e passeggiare, ma le mie aspettative si sono ben presto rivelate quanto mai malriposte.Non sapevo, infatti, che una persona non può semplicemente piombare una mattina al parco, senza conoscere il circolo di mamme che ci vanno tutti i giorni.
 Appena ho varcato il cancello d'ingresso, le tranquille mamme/nonne/zie/baby-sitter che conversavano amabilmente si sono girate di scatto verso di me, all'unisono, lanciandomi sguardi sospettosi. Avevo invaso il loro territorio. Ho cercato di rimediare con un sorriso poco convinto, ma non ho ottenuto un gran successo e sono stata platealmente ignorata.
 La situazione è comunque peggiorata: il cellulare ha iniziato a suonare (la mia suoneria è una canzone dei Queers, non proprio una melodia discreta), mio nipote ha iniziato ad urlare perché voleva scendere dal passeggino e io ho fatto cadere il pacchettino di biscotti Plasmon, che si sono sbriciolati per bene vicino alle altalene.
 A questo punto, gli sguardi sono diventati di disapprovazione. Forse iniziavano a pensare che fossi una maldestra rapitrice di bambini. E io, conscia del fallimento, ho preso in braccio mio nipote, ho cercato inutilmente di raccogliere il cimitero dei Plasmon e ho spinto il passeggino fuori dal parco.


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